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Arancia Meccanica a Lanciano, ecco i volti della banda degli orrori. Il terribile dettaglio: erano già stati condannati

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
28 Settembre 2018
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Lanciano. Alexander Bogadan Coltenau, 26anni, Costantin Aurel Turlica 22 anni, Ion Cosmin Turlica 20 anni e Aurel Ruset 25 anni. Sono questi i nomi dei quattro aguzzini colpevoli del massacro della villa a Lanciano.

Una rapina stile “arancia meccanica” che ha sconvolto l’opinione pubblica e che è stata al centro della stampa nazionale. Era ancora notte quando i quattro malviventi sono entrati all’alba, errano circa le 4, nella villa del chirurgo Carlo Martelli che dormiva con la moglie Niva Bazzan. I coniugi sono stati legati e malmenati ferocemente. Per farsi consegnare bancomat e carta di credito ed aprire la cassaforte i banditi non hanno esitato a tagliare il lobo dell’orecchio della donna. “O ci dite dov’e’ la cassaforte o tagliamo tua moglie a pezzetti”, aveva detto uno dei rapinatori che, secondo quanto riferito da Claudio Martelli, palava un perfetto italiano.

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Mentre alcuni banditi tenevano sotto schiaffo i coniugi, altri si sono recati a uno sportello bancomat per fare prelievi con le carte. Poi la fuga con l’auto del medico, oggi in pensione. Entrambi sono ricoverati in ospedale, l’uomo ha un grave trauma cranico. I rapinatori sono entrati anche nella stanza del figlio della coppia, Stefano, disabile grave, ma lo hanno risparmiato. Le indagini, coordinate dalla Procura di Lanciano e affidate alla Squadra Mobile di Chieti e al Commissariato di Lanciano, sono partite sin da subito, in particolar modo il lavoro degli investigatori volto alla ricerca di tracce di Dna lasciate dai violenti banditi.

È il 26 settembre quando spuntanoi primi sospettati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Lanciano sulla rapina ai danni del chirurgo Carlo Martelli e della moglie Niva Bazzan, entrambi 69enni, brutalmente picchiati e lei mutilata ad un orecchio. L’inchiesta, in base alle prime indiscrezioni, ha preso una direzione ben precisa e si starebbe concentrando su due-tre nomi, ma le bocche degli investigatori restano cucite. D’altronde sia il procuratore capo di Lanciano Mirvana Di Serio che il questore di Chieti Ruggiero Borzacchiello hanno sottolineato a piu’ riprese le necessita’ di portare avanti gli accertamenti “nel piu’ stretto riserbo”.

In manette finiscono  tre romeni, che stavano per partire con l’auto usata per l’assalto alla villa di Carlo Martelli e Niva Bazzan. Avevano addosso circa 3.400 euro.  La svolta si è avuta quando è stata registrata una testimonianza fondamentale. Quella di un uomo che è stato vittima della banda nei mesi scorsi. ”Anche se ho visto solo occhi dietro un cappuccio e voci, tutto combacia: il capo forse è un pugliese, e gli altri sono dell’Est Europa”.

Verranno interrogati domani Costantin Aurel Turlica, 22 anni, il fratello Ion Cosmin Turlica, 20 e Aurel Ruset, 25, loro cugino, i tre romeni fermati per la rapina violenta ai danni dei coniugi Martelli di Lanciano. Gli indagati compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari Massimo Canosa.

Nella giornata di ieri è stato arrestato anche il quarto componente della banda, anche lui di origine romena. Il quarto uomo della banda si è tradito quando ha tentato di vendere uno degli orologi che aveva rubato nella villa dei coniugi Martelli. L’uomo, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, avrebbe infatti tentato di entrare in contatto con alcuni circuiti di ricettatori, nella speranza di piazzare l’orologio e ottenere del denaro per proseguire la fuga. Una mossa che ha però permesso agli investigatori di rintracciarlo nella zona di Caserta, dove poi è stato arrestato.

Nel 2013 i due fratelli Turlin furono già condannati in passato alla pena di sei anni. I due fratelli, nel 2013 ancora minorenni, di giorno svolgevano lavori di giardinaggio e, all’occasione, di manovalanza, ma di notte davano sfogo a tutta la loro violenza. Solo grazie all’interno della squadra mobile di Frosinone, all’epoca guidata dal questore De Matteis e dal capo della squadra mobile, il vice questore Carlo Bianchi, la loro scelleratezza conobbe un freno. Prima rintracciati, poi individuati e alla fine braccati tra le strade di campagne, vennero arrestati e condannati a sei anni di carcere dal tribunale dei minori di Roma. Condanna che però ha lasciato a piede libero i due fratelli liberi di compiere, nei giorni scorsi, il massacro di Lanciano.

 

Foto: Corriere Roma

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