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Marcozzi: gli abruzzesi premiano risultati e continuità, ma non faremo accordi con altri partiti

Federico Falcone di Federico Falcone
14 Settembre 2018
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L’Aquila. Il day after ci consegna una Sara Marcozzi raggiante, determinata e decisamente motivata da questa nuova investitura (la seconda consecutiva) che la porterà a correre – come esponente del M5S – per il ruolo di presidente della regione Abruzzo.

Per lei si tratta della seconda candidatura, dopo quella del 2014. Sente che è arrivato il momento giusto per conquistare l’Abruzzo?

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Si, quel momento è certamente arrivato. Il voto che mi ha portata a vincere lo interpreto come riconoscimento del lavoro svolto negli ultimi quattro anni e mezzo, non solo da parte mia ma di tutta la squadra del M5S in Abruzzo che, con grande affiatamento, ha lavorato bene, producendo ottimi risultati. Questa considerazione è dimostrata non solo dal voto nei miei confronti ma, ad esempio, anche dal risultato ottenuto da Domenico Pettinari, eletto al primo posto nella provincia di Pescara. Ma anche da Smargiassi, arrivato secondo dopo di me nella provincia di Chieti.

Oltre che per appartenenza, quali pensa possano essere le ragioni alla base di quella che lei ha definito “conferma della squadra vincente”?

I nostri elettori hanno voluto riconfermare chi, in questi quattro anni e mezzo di durissima e serrata opposizione, ha lavorato alacremente per realizzare il soddisfacimento degli interessi dei cittadini abruzzesi. Interesse che, è bene precisarlo, è sempre stato collettivo, mai individuale o con riferimento al singolo individuo. E questo ci è stato riconosciuto. E, quindi, votato.

Quali sono le priorità  da affrontare?

Partiamo dal presupposto che l’Abruzzo è al di sotto della media nazionale in qualsiasi campo. Dall’utilizzo dei fondi europei alle prestazioni sanitarie e all’istruzione. Siamo in una situazione di sbando totale. Quando parliamo di tagli di costi della politica dobbiamo distinguerli in diretti, quelli che potremmo definire materiali, e indiretti, quelli che per incapacità o mancanza di volontà politica di programmare il lavoro sul territorio, hanno generato danni o anomalie. Gli stipendi e le indennità dei politici sono una parte importante dei costi della politica, ma non sono tutto. C’è molto altro da tenere in considerazione.

Dove altro andrete a intervenire? Avete già programmato qualcosa?

Riguardo i presidi giudiziari, ad esempio, rientrando all’interno di un concreto interesse nazionale, immagino che se ne occuperà il ministro Bonafede. Per quanto riguarda la sanità, invece, si deve riordinare ciò che, a conti fatti, è stato un piano di “disordino”, perché questa giunta regionale ha dimenticato un fattore importante: prima di applicare pedissequamente il decreto Lorenzin per tagliare reparti e sopprimere servizi, forse avrebbe fatto bene a implementare la rete di medicina territoriale e quella di emergenza e urgenza. Questi servizi devono essere potenziati, non il contrario.

Cosa manca, nello specifico?

Manca una programmazione che abbia una visione d’insieme e sia a lungo medio termine. Abbiamo quattro province, ognuna con proprie caratteristiche e peculiarità e ognuna di esse viaggia separatamente e a compartimenti stagni. I servizi vanno implementati con l’obiettivo di garantire a tutti cittadini abruzzesi la medesima offerta sanitaria. Tutti pagano le medesime tasse e tutti hanno diritto al medesimo servizio, senza alcun tipo di discriminazione.

Accennava ai costi della politica, intesi come risparmio di stipendi e indennità. Voi consiglieri del M5S come avete reinvestito i soldi restituiti?

Noi cinque consiglieri regionali in quattro anni abbiamo restituito più di 600.000 euro. Io soltanto ho fatto bonifici per 134.000 euro. Nello specifico: 133.000 euro di fondo per le piccole e medie imprese, finanziandone 80; 220.000 euro per l’acquisto di una turbina spalaneve; con ciò che resta a breve realizzeremo un’altra iniziativa. E’ vero che non cambiano e non spostano granché gli equilibri all’interno del bilancio miliardario di una regione, però è altrettanto vero che si possono utilizzare per fare molto altro. Lo avessero fatto tutti i consiglieri regionali, invece di 80 imprese magari ne avremmo potute finanziate 2000. E sarebbe stato davvero un grande risultato.

Con le elezioni regionali alle porte, gli elettori si chiedono: farete accordi con altre fazioni politiche?

Assolutamente no, posso escluderlo.

Federico Falcone

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