L’Aquila. La Regione non ha tagliato i fondi per la messa in sicurezza del territorio ma li ha aumentati. Il direttore generale Vincenzo Rivera risponde cosi’ al consigliere regionale Mauro Febbo evidenziando come “la falsa rappresentazione dei fatti derivi da una lettura frettolosa e superficiale della delibera 217/2018 che riguarda la sola quota FSC (fondo di sviluppo e coesione) del Masterplan.
Invero – spiega Rivera – con delibera 511/2018 sono stati programmati interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per ulteriori 20 milioni di euro a valere sulle risorse FESR (fondo europeo di sviluppo regionale). Il taglio di 10 milioni effettuato mediante la prima deliberazione e’ stato dunque piu’ che compensato con l’incremento di 20 milioni disposto dalla seconda. Di tale incremento hanno beneficiato i comuni di Cortino, Tossicia, Torricella Sicura, Farindola, Campli, Isola del Gran Sasso, Valle Castellana, Pizzoli, Fano Adriano, Rocca Santa Maria, Civitella del Tronto, Teramo, Castelli e Crognaleto. I comuni inizialmente inseriti nella graduatoria provvisoria (ancor oggi non approvata dal competente Ministero) e fuoriusciti in ragione dell’intervenuta riprogrammazione (le cui regole sono dettate dagli accordi che disciplinano i differenti programmi FSC e FESR), saranno recuperati all’esito della definizione degli interventi inseriti nel Programma Operativo Abruzzo del Ministero dell’Ambiente e di quelli che l’attuale Governo dovra’ garantire attraverso la completa attuazione del programma Italia Sicura, pari a 3 miliardi di euro, avviato dai precedenti governi Renzi e Gentiloni.
Come noto – ha aggiunto il direttore generale – il Masterplan ha espresso un fabbisogno complessivo di 215 milioni di euro per l’aumento della resilienza del territorio abruzzese. Di questi, inizialmente, 40 a valere sui fondi FSC, 25 sui fondi FESR, 19,7 sul PO MATTM e 130,3 sul programma Italia Sicura. A seguito della riprogrammazione regionale le quote sono state cosi’ ripartire: 30 FSC, 45 FESR, 19,7 PO MATTM e 120,3 su altre fonti nazionali. La quota a regia regionale e’ dunque salita da 65 milioni (40+ 25) a 75 milioni (30 + 45). La restante quota e’ a regia nazionale. Questi dati – conclude Rivera – sono inconfutabili”.