Pescara. Questa sera, nel Teatro Monumento d’Annunzio di Pescara, nel contesto della 47ma edizione dei Premi Internazionali Flaiano l’attrice Paola Quattrini riceverà il Premio alla carriera. In una carriera lunga sessant’anni Paola ha frequentato tutti i generi, dagli scritti di Pasolini a quelli di Dostoevskij, Tennessee Williams, Shakespeare. Il pubblico l’ha incoronata “Regina delle commedie brillanti”: emblematiche sono le commedie della Ditta Garinei e Giovannini che ha interpretato tutta la vita e ancora oggi porta in scena a grande richiesta. Paola afferma con convinzione: “Il teatro dovrebbero farlo tutti: potendo fare un passo indietro e osservarsi, è come stare davanti a un’opera d’arte: ci si comprende a fondo”. Una carriera meravigliosa, ricca di successi, costellata di bellissimi ricordi, di un’attrice che ha esordito a soli quattro anni: “Un enfant prodige, mio malgrado”.
“Il più delle volte ho avuto la fortuna di scegliere cosa fare: quando leggo un copione, se amo la storia, se mi piace, piacerà anche al pubblico. Deve emozionarmi. Deve entrarmi dentro. Metto in scena la mia ironia e il mio modo di essere, con tanta leggerezza”. Paola ha trovato il senso della vita: il teatro fa da sfondo a tutta la sua esistenza al punto che sono i suoi spettacoli a diventare i punti cardinali del suo progredire e del suo esserci: “Il teatro è la mia vita, la mia energia, la mia forza: l’unica “luce” al mondo di cui non potrei fare a meno. L’unico luogo irreale dove mi sento reale, dove mi sento profondamente me stessa. Ho tanti bellissimi ricordi e conservo tutt’oggi oggetti che – come preziosi souvenir di un viaggio – hanno scandito la mia vita, legata a doppio filo ad ogni spettacolo”.
Calcare le tavole del palcoscenico, ha permesso a Paola di entrare ogni volta in un personaggio diverso, lasciando da parte il proprio io. “Vivere dentro un altro corpo mi ha permesso di comprendere meglio me stessa. In quel cappello, colmo di Dora Valenti, si affacciano tante altre storie di donne”. Con coraggio ha indossato, anche trent’anni dopo, gli stessi panni, sapendosi mettere in gioco e dimostrando come anche la commedia si fosse affezionata a lei: è il caso della commedia brillante “Se devi dire una bugia, dilla grossa” dove tutti gli interpreti, negli anni, sono cambiati mentre Paola rimane la stessa Natàlia. Gli attori di una Compagnia sono per Paola una famiglia: l’amicizia e l’intesa sono fondamentali: “Se mi sento amata dò il meglio di me”. Paola conclude dicendo: “Grazie alla vita che mi ha dato tanto” (Cit. Grazie alla vita – Gabriella Ferri)