Pescara. Sarebbero 21 in Abruzzo i casi che hanno interessato la Guardia Di Finanza sulla questione di incompatibilità tra attività privata e insegnamento di ruolo come docenti universitari. Un doppio lavoro che risulta incompatibile e che quindi avrebbe causato danno erariale allo Stato. I casi abruzzesi si inseriscono nella più ampia indagine che la Guardia di finanza ha attuato in tutta la Penisola puntando il faro su 411 docenti, per ora. Insomma chi non ha lavoro e chi ne ha troppi. Una questione che non è nuova al M5S che già nella scorsa legislatura, infatti, ha presentato diversi gli atti formali firmati dal Deputato commissione cultura ed istruzione Gianluca Vacca, in cui si evidenziavano le presunte violazioni delle norme sulle incompatibilità degli incarichi extra universitari con enti pubblici e privati dei docenti che non optavano per il tempo definito (part-time) o per l’aspettativa. “In Abruzzo” spiega Vacca “Presentammo interrogazioni per il caso del professor Mattoscio docente e membro della Saga, sul Rettore di Teramo prof. D’amico e Presidente della TUA, e sul prof Civitarese, Consigliere di amministrazione dell’Università e Assessore nel Comune di Pescara. Alla luce di queste nuove indagini presenteremo in Parlamento un’interrogazione per fare chiarezza sulla situazione in Italia e in Abruzzo.
Ricordiamo” spiega ancora il deputato 5 stelle “che la norma vigente stabilisce che i prof universitari possono svolgere incarichi previa autorizzazione dell’università stessa e a condizione che l’attività non rappresenti detrimento delle attività didattiche, scientifiche e gestionali loro affidate dall’università di appartenenza, ma è anche evidente che le leggi attuali non sono efficaci, come dimostrano gli accertamenti della guardia di finanzia e la Corte dei Conti. Il programma del movimento 5 stelle, del quale sono referente nazionale” conclude “prevede un punto specifico sull’argomento volto ad introdurre una norma ad hoc sui diritti, doveri e incompatibilità dei docenti universitari attraverso l’introduzione di meccanismi che limitino l’assunzione di attività professionali extra accademici quali consulenze per enti pubblici e privati, incarichi politici (assessori, presidenze di enti pubblici o partecipati), che comprenda anche l’introduzione di sistemi efficaci di controllo e trasparenti sul regime a tempo definito del professore universitario”.