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14enne morto dopo le dimissioni: chiesto processo per due medici, mancò adeguata valutazione

Redazione Centrale di Redazione Centrale
22 Febbraio 2017
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Teramo. È con una richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo per due medici dell’ospedale Val Vibrata di S.Omero che la Procura di Teramo mette un punto fermo nell’inchiesta sulla morte di Lorenzo Panichi, il quattordicenne morto ad aprile del 2015 all’ospedale di Giulianova dove era stato portato in condizioni disperate dopo essere stato dimesso dal presidio di S.Omero. Una morte per la quale adesso rischiano il processo sia il medico del pronto soccorso che visitò il ragazzino che il medico radiologo che si occupò del relativo referto e che, secondo l’accusa, non eseguirono un corretto monitoraggio e un’adeguata valutazione del quadro clinico diagnosticandogli una polmonite mentre era in corso una dissezione aortica. Dopo la morte del quattordicenne la Procura aprì un’inchiesta iscrivendo tre medici (due di S.Omero e uno di Giulianova) nel registro degli indagati, affidando una perizia al professor Bruno Turinetto e alla dottoressa Donatella Fedeli per chiarire le cause del decesso. Perizia che aveva escluso ogni responsabilità sia dell’equipe del 118 che dei medici del presidio ospedaliero di Giulianova, che avrebbero preso in carico il ragazzo quando ormai le sue condizioni erano irreversibili, delineando al contrario forti responsabilità a carico dei medici di S.Omero. Secondo la perizia, infatti, in presenza di un corretto iter diagnostico la rottura dell’aorta così come avvenuta non si sarebbe quasi certamente verificata e il ragazzo si sarebbe molto probabilmente salvato.

Sempre secondo la relazione peritale il medico del pronto soccorso di S.Omero che prese in carico il ragazzo avrebbe sottovalutato sia la sintomatologia riferita sia le risultanze radiologiche, imputandoli a una presunta polmonite (che sempre secondo i periti sarebbe una patologia incompatibile con quegli aspetti clinici), senza valutare la possibile natura cardiovascolare e non rispettando così le linee guida relative alla diagnosi differenziale. Per quanto riguarda invece la radiologa, sempre secondo la perizia, avrebbe male interpretato il radiogramma, formulando così un referto incompleto. Aspetti che avevano portano i periti della Procura ad evidenziare la sussistenza del nesso di causalità materiale tra il presunto errore diagnostico dei medici di S.Omero e la dissezione dell’aorta e che ha portato la Procura a firmare la richiesta di rinvio a giudizio per i due medici del nosocomio di S.Omero e la richiesta di archiviazione per il medico di Giulianova.

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