Avezzano. 13 gennaio 1915 – 13 gennaio 2023: 108 anni di storia, di memoria, ma soprattutto 108 anni che oggi, finalmente, si sono riuniti in un unico racconto. Il valore dell’identità è stato al centro di queste celebrazioni del tragico evento che sconvolse la Marsica, distruggendo quasi totalmente Avezzano, che fu rasa al suolo e la sua popolazione decimata. L’identità di una cittadinanza, di una città, dei suoi sentimenti e dei suoi valori. Una storia interrotta, quella tragica mattina, da una ferita profonda e dolorosa che ha faticato a rimarginarsi.
Le celebrazioni sono iniziate questa mattina al Memorial del terremoto, il Sacrario sul Monte Salviano, dove davanti al presidente della provincia Angelo Caruso, al vescovo Giovanni Massaro, al senatore Michele Fina, al neo assessore regionale Mario Quaglieri, al comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, Luigi Strianese, e ad autorità civili e militari, il sindaco di Avezzano ha parlato del significato di questa celebrazione e del suo senso portato nell’attualità dei nostri giorni, sottolineando i due valori principali che questa storia ci insegna, ovvero quelli della solidarietà e dell’identità.
“Cosa ci ha insegnato quell’evento? Ci ha insegnato il valore della solidarietà: perché la città che ha sofferto sa aiutare chi soffre”, ha detto il sindaco Gianni Di Pangrazio. “Certamente anche il valore della sicurezza, che vogliamo onorare rendendo i nostri istituti scolastici non solo sempre più belli e moderni ma antisismici. E su questo, sapete quanto stiamo facendo e quanto faremo nei prossimi mesi. Ma anche il valore dell’identità che diventa progetto. Oggi consegneremo i lavori per la nuova piazza San Bartolomeo. Un intervento iniziato mesi fa”, ha spiegato il sindaco di Avezzano, “quando la soprintendenza dell’Aquila ha portato a termine la prima fase di scavi nell’area in questione”.
“Un’opera di recupero e di ripristino, ma anche un’area che si appresta a tornare luogo di ritrovo degli avezzanesi e, soprattutto, il simbolo di una memoria collettiva che non dovrà essere mai smarrita. La Avezzano moderna, le nuove generazioni, in buona sostanza, grazie a questa azione di recupero e di restituzione alla città di piazza San Bartolomeo”, ha sottolineato Di Pangrazio, “si riconnettono con la città che fu, con quegli avezzanesi, le vittime e i pochi superstiti, ai quali ora possono stringere idealmente la mano per una storia che si lancia nel futuro, ma avendo ben chiare le proprie origini. Rivivrà l’idea della vecchia chiesa di San Bartolomeo, ci saranno spazi e verde che richiameranno la città giardino e tutto sarà simbolo dell’unità e della continuità fra il passato, il presente e il futuro di Avezzano. Perché l’identità o diventa progetto o è solo una fotografia. Per quanto bella”, ha concluso il primo cittadino, “e la nostra città deve e vuole continuare a battere come cuore della Marsica”.
La manifestazione è poi proseguita al Castello Orsini, con la proiezione di un documentario sulla storia e le bellezze di Avezzano e della Marsica, di Angelo Stornelli, e ha visto gli interventi del presidente della provincia Caruso, del senatore Fina e del vescovo Massaro. Quindi il momento clou delle celebrazioni, ovvero l’apertura, con tanto di svelamento della targa dei lavori, del cantiere per la riqualificazione di piazza San Bartolomeo.
Anche qui il sindaco ha voluto sottolineare con poche parole l’importanza del momento: “Abbiamo mantenuto una promessa con i cittadini, e questo è importante. Perché la rinascita di questa piazza ci è stata sollecitata da tanti cittadini e da tante associazioni e organizzazioni della città. Oggi partono i lavori”, ha detto Di Pangrazio, “che restituiranno alla città un suo luogo fortemente identitario che va a riconnettere la storia di questa città. Un progetto che continuerà con le opere in programma nelle aree del Castello Orsini, di piazza Torlonia e del parco Torlonia, che deve tornare nella disponibilità del Comune di Avezzano. Prendiamo oggi l’impegno, con la ditta che segue i lavori, e che è di Avezzano”, ha concluso, “a terminare i lavori entro 100 giorni”.
Un impegno, peraltro, che è stato messo in calce sulla targa scoperta e controfirmato dal sindaco Di Pangrazio, dal presidente Caruso e dal senatore Fina. Il primo cittadino di Avezzano, infine, ha delegato il dottor Luigi Marino, uno dei principali sostenitori della riqualificazione di piazza San Bartolomeo, a controllare l’andamento e lo sviluppo dei lavori fino al loro completamento. Una giornata importante, insomma, che ha visto Avezzano, nel ricordo della sua totale distruzione, riaprirsi alla speranza, riconnettendo passato e presente per guardare con fiducia la futuro.
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