Rigopiano. “Nel mattinale del 18 gennaio 2017 della Sala operativa Nazionale dei Vigili del fuoco la parola Rigopiano non c’è, solo il giorno dopo c’è traccia del protocollo di emergenza”. Così Costantino Saporito, segretario nazionale Usb-Vigili del Fuoco, nell’inchiesta giornalistica di Ezio Cerasi sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), trasmessa stamani dal Tgr Abruzzo. Per Saporito “la comunicazione da parte gestione del Centro coordinamento soccorsi (Ccs) della Prefettura di Pescara non ha funzionato così come la valutazione del rischio iniziale. Il fattore tempo è vitale – prosegue il segretario nazionale Usb dei Vigili del fuoco – perché per un soccorritore la differenza tra un minuto e un’ora è tanta”.
L’esponente sindacale, inoltre, si sofferma sulla mancata richiesta relativa all’intervento di elicotteri speciali dell’Aeronautica militare o dell’Esercito, cosiddetti “ogni tempo”, che forse avrebbero potuto anticipare di diverse ore l’arrivo delle squadre di soccorso a Rigopiano. “Il Prefetto, ovvero il Centro Coordinamento soccorsi, avrebbe dovuto richiedere a Roma un elicottero – afferma Saporito -. La Protezione Civile è una macchina complessa che utilizza tutti i corpi dello stato, tutte le migliori eccellenze, ma non funziona quando a prevalere sono gli orticelli e gli antagonismi”. L’ex Prefetto di Pescara, Francesco Provolo, figura tra gli indagati dell’inchiesta della procura, che tra l’altro ha ipotizzato ritardi nell’apertura del Ccs, attivato solo la mattina del 18 gennaio, nonostante l’emergenza neve, da diversi giorni, aveva paralizzato la viabilità di vari comuni montani della provincia, compresa la zona dell’Hotel Rigopiano.