Chieti. Millantato credito, truffa e falsità materiale i reati per cui i carabinieri del nucleo operativo di Chieti, in collaborazione con i carabinieri di Roma e Civitavecchia e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Chieti Luca De Ninis, hanno arrestato due uomini: Walter Rizzo, 43 anni, e Attilio Fagiani (48), entrambi gravitanti a Roma e nell’hinterland. Rizzo è nel carcere romano di Regina Coeli, Fagiani ai domiciliari. I particolari sono stati resi noti a Chieti, nel corso di una conferenza stampa, dal maggiore Federico Fazio, comandante della Compagnia Carabinieri, e dalla tenente Maria Di Lena, comandante del Nor. L’indagine, che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, è partita la scorsa estate dalle denunce presentate ai carabinieri da tre persone, fra Chieti e Francavilla al Mare. I tre, una donna ‘agganciata’ attraverso un sito di incontri, e due uomini, lamentavano di essere stati truffati da una persona che si spacciava per Marco Bergamini, capitano dei Nocs, affermando di essere stato destinatario addirittura di un encomio da parte del ministro Alfano. L’uomo ¬ secondo le indagini in realtà Rizzo ¬ avrebbe lasciato intendere alle vittime di essere in grado di agevolare acquisti tramite le aste del Tribunale fallimentare di Roma con la mediazione di un curatore molto influente nella Capitale.
Inoltre, di essere in grado di acquistate orologi Rolex, I Phone e altri oggetti a prezzi particolarmente convenienti. In cambio chiedeva una provvigione di qualche centinaio di euro, soldi a suo dire necessari per fare regalie al curatore o al giudice da ingraziarsi. Inoltre quando era in compagnia delle vittime di turno, faceva in modo da farsi contattare telefonicamente dal presunto curatore, il sedicente agente immobiliare Fagiani, il quale a sua volta le rassicurava sull’istruzione della pratica e sull’imminente arrivo dell’oggetto richiesto. Il meccanismo truffaldino si è inceppato quando una delle vittime, insospettiva dal comportamento sfuggente di Rizzo, che si faceva negare al telefono arrivando a sostenere di essere rimasto ferito in servizio da un colpo di pistola o dicendo di essere in missione all’estero, ha presentato una denuncia informando anche le altre vittime con le quali aveva rapporti di conoscenza. La truffa ha fruttato circa 20.000 euro, diecimila dei quali sborsati dalla sola donna. Rizzo è già noto alle cronache per aver truffato diversi clienti a Civitavecchia con operazioni finanziarie poco chiare: i carabinieri lo hanno arrestato questa mattina alle 6.30 a Roma,mentre Fagiani è stato preso a Ladispoli in un bar del centro.
Aggiornamento:
Sulla vicenda riceviamo dal legale avvocato Guido Settimj una diffida e mesa in mora che pubblichiamo come richiesto:
Ricevo specifico incarico e mandato dal Sig. Walter Rizzo, al fine di richiedere la pubblicazione di una Vostra smentita e rettifica in merito all’articolo pubblicato sul quotidiano online www.abruzzolive.it in data 01.12.2016, intitolato “Si spaccia per capitano dei Nocs, arrestati due truffatori seriali’ scritto da Redazione centrale. Nell’occhiello del predetto articolo è scritto: “Chieti. Il millantato credito, truffa e falsità materiale i reati per cui i carabinieri del nucleo operativo di Chieti, in collaborazione con i carabinieri di Roma e Civitavecchia e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Chieti Luca De Ninis, hanno arrestato due uomini: Walter Rizzo, 43 anni, e Attilio Fagiani (48), entrambi gravitanti a Roma e nell ’hinterland. Rizzo è nel carcere romano di Regina Coeli, Fagiani ai domiciliari. I particolari sono stati resi noti a Chieti, nel corso di una conferenza stampa, dal maggiore Federico Fazio, comandante della Compagnia Carabinieri, e dalla tenente Maria Di Lena, comandante del Nor. L’indagine, che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche, è partita la scorsa estate dalle denunce presentate ai carabinieri da tre persone, fra Chieti e Francavilla al Mare. I tre, una donna ‘agganciata’ attraverso un sito di incontri, e due uomini, lamentavano di essere stati truffati da una persona che si spacciava per Marco Bergamini, capitano dei Nocs, affermando di essere stato destinatario addirittura di un encomio da parte del ministro Alfano. L’uomo secondo le indagini in realtà Rizzo avrebbe lasciato intendere alle vittime di essere in grado di agevolare acquisti tramite le aste del Tribunale fallimentare di Roma con la mediazione di un curatore molto influente nella Capitale. Inoltre, di essere in grado di acquistate orologi Rolex, I Phone e altri oggetti a prezzi particolarmente convenienti. In cambio chiedeva una provvigione di qualche centinaio di euro, soldi a suo dire necessari per fare regalie al curatore o al giudice da ingraziarsi. Inoltre quando era in compagnia delle vittime di turno, faceva in modo da farsi contattare telefonicamente dal presunto curatore, il sedicente agente immobiliare Fagiani, il quale a sua volta le rassicurava sull ’istruzione della pratica e sul! ’imminente arrivo dell’oggetto richiesto. Il meccanismo truffaldino si è inceppato quando una delle vittime, insospettiva dal comportamento sfuggente di Rizzo, che si faceva negare al telefono arrivando a sostenere di essere rimasto ferito in servizio da un colpo di pistola o dicendo di essere in missione all’estero, ha presentato una denuncia informando anche le altre vittime con le quali aveva rapporti di conoscenza. La truffa ha fruttato circa 20.000 euro, diecimila dei quali sborsati dalla sola donna. Rizzo è già noto alle cronache per aver truffato diversi clienti a Civitavecchia con operazioni finanziarie poco chiare: i carabinieri lo hanno arrestato questa mattina alle 6.30 a Roma, mentre Fagiani è stato preso a Ladispoli in un bar del centro Dalla lettura dell’articolo è evidente la volontà del giornalista di infangare la reputazione del Sig. Walter Rizzo con insinuazioni e correlazioni del tutto inveritiere, che si risolvono in una offesa al decoro e all’onore della sua persona e che sono inoltre palesemente contrarie alla realtà oggettiva, Visto che al momento della redazione dell’articolo e a tutt’oggi il Sig. Rizzo non ha alcun carico pendente o precedente penale di qualsivoglia genere in Civitavecchia, non è mai stato accusato di operazioni finanziarie poco chiare, è coniugato e non ha aggancia nessuna donna attraverso siti di incontri. Inoltre — circostanza ancor più grave — il Sig. Rizzo è stato etichettato con il termine “truffatore seriale”, pur in assenza di prove (peraltro ancora oggi mai raggiunte) in merito alla veridicità delle accuse rivoltegli per quei fatti che sono stati negligentemente riportati nel summenzionato articolo. Non da ultimo, sebbene il Loro quotidiano si sia premurato di dare immediatamente notizia dell’avvenuto arresto ed i particolari dell’esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura cautelare, non ha invece riportato alcuna notizia quando, a soli sette giorni (li distanza dall’arresto, il nostro assistito, ancora oggi privo di qualsivoglia misura custodiale, era già uscito dall’Istituto Penitenziaria di Regina Coeli per non farvi più ritorno. Non può non evidenziarsi, pertanto, come il Sig. Rizzo avesse già pubblicamente ricevuto dal quotidiano, che ha riportato a chiare lettere il suo nome e il suo cognome — ancor prima dell’autorità giudiziaria cui ne è demandato il compito — una condanna infamante, essendo stato descritto come un truffatore seriale, in grado di agevolare acquisti importanti in aste fallimentari presso il Tribunale di Roma e di farsi consegnare delle provvigioni necessarie per fare regalie al curatore 0 al giudice da ingraziarsi. Parimenti prive di fondamento, infatti, si sono rivelate le accuse, pur puntualmente descritte nell’articolo online, in ordine alla presunta truffa consumata pari a 6’ 20, 000 circa – di cui diecimila sborsati da una sola donna (I) — e che il sig. Rizzo fosse già noto alle cronache per aver truffato diversi clienti a Civitavecchia con operazioni finanziarie poco chiare, poiché alla data di pubblicazione dell’articolo da parte del quotidiano nessuna prova era stata raggiunta — né è stata raggiunta oggi, ad indagini preliminari oramai chiuse – della veridicità di tali accuse. In considerazione di quanto sopra, riteniamo gravemente diffamatorie le notizie da Loro pubblicate, anche in virtù della mai dimostrata fondatezza delle accuse mosse nei confronti dell’odierno esponente. Premesso, pertanto, che il Sig. Walter Rizzo ha già esercitato i diritti e le facoltà riconosciutegli dalla legge in ordine alla avvenuta lesione della sua reputazione nelle opportune sedi giudiziali, restiamo in attesa di una Loro valutazione in merito alla possibilità di risolvere in via bonaria e stragiudiziale la vicenda in esame. In assenza di un Loro riscontro non potremo tuttavia non procedere per la migliore tutela del nostro assistito al ristoro di ogni danno subito e subendo. La presente è da intendersi anche quale formale messa in mora, interruttiva dei termini di decadenza e prescrizione.