L’Aquila. Alla seconda giornata del Festival della Partecipazione in corso di svolgimento a L’Aquila, ad attendere il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, c’erano una cinquantina di dipendenti dei call center Globe Network, E-Care e Consorzio Lavorabile, tutti con il posto di lavoro a rischio, che hanno sollecitato una normativa ad hoc”. “Stiamo lavorando su questo versante”, ha affermato Poletti che si e’ intrattenuto a colloquio con i lavoratori all’estero di Palazzo Fibbioni, sede del Comune dell’Aquila. “Questa e’ una problematica generale del comparto dei call center”, ha spiegato il titolare del dicastero del Lavoro e delle politiche sociali rimarcando come ci sia “una sede di confronto aperta al Ministero dello Sviluppo Economico. Il mio ministero partecipa a questo confronto. Abbiamo bisogno di ricollocare temi strategici in questo mestiere perche’ se rimane l’ultimo anello di questa catena e’ tecnologicamente facile trasferire i call center in qualsiasi parte del mondo dove il corso del lavoro e’ molto piu’ basso. Il mercato italiano rischia cosi’ di essere decapitato. Quindi – ha sottolineato il ministro – c’e’ un’evoluzione qualitativa dei call center che diventano contact center che hanno piu’ capacita’ e conoscenze di merito, che offrono assistenza al cliente, che fanno quindi cose piu’ difficili, cose piu’ difficili da spostare in India piuttosto che in Albania”. Poletti ha, pertanto, sottolineato che bisogna “costruire una regolazione di questa attivita’ lavorando sul tema della clausola sociale, cioe’ del fatto che, quando si cambi l’appalto prima ci sono i diritti dei lavoratori che stanno gia’ lavorando. Ci sono molte cose su siamo impegnati, perche’ siamo consapevoli che questo e’ un contesto che, se ben organizzato, puo’ rappresentare ancora uno sbocco importante per un numero rilevante di cittadini italiani. Un comparto – ha infine commentato Poletti – che, se abbandonato a se stesso, probabilmente, rischia di subire colpi molto pesanti”.