L’Aquila. Con le note dei cori del Cai, della Portella e di Collemaggio è cominciata all’Aquila, nella chiesa di San Bernardino in piazza d’Armi, la cerimonia funebre di 4 delle 6 vittime dell’incidente che ha coinvolto un elicottero del 118. Pieno l’edificio all’interno ed il piazzale esterno dove è stato allestito anche un maxi schermo. Tra il pubblico, diverse penne nere, molti operatori dell’Unità Cinofila Italiana, dell’Anpas, del Soccorso Alpino. Presenti il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti che prima dell’inizio ha salutato e abbracciato i familiari delle vittime, il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini; il governatore della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso; il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ed i sindaci di tanti comuni. Le esequie vengono celebrate dall’arcivescovo metropolita aquilano, monsignor Giuseppe Petrocchi. “Preghiamo per questi fratelli morti tragicamente mentre svolgevano una missione di soccorso. Preghiamo per i familiari e gli amici e anche per noi”.
Il primo ringraziamento di Monsignor Giuseppe Petrocchi va proprio alle forze statali che hanno sorretto l’Abruzzo in questo giorni di disperazione. In questi giorni disperati, “Dio parla abruzzese”, ha detto l’arcivescovo. Urgono programmazioni a lungo termine e piani di assistenza che vadano oltre l’emergenza “perché la complessità non diventi complicazione “. L’arcivescovo ringrazia il presidente della Repubblica:”Venendo ha portato con sé l’Italia intera”. “Questi nostri fratelli sono morti compiendo un gesto di altruismo. Sono persuaso che per tale fedeltà al servizio praticata fino alla fine, hanno già ottenuto il passaporto per il paradiso. La fede ci sussurra che non sono vissuti invano, perché niente di quello che hanno sigillato con l’amore sarà perduto. Infatti ogni singola azione segnata dalla verità e dalla benevolenza viene eternizzata dallo Spirito del Risorto.” “Noi ci inchiniamo davanti al gesto di abnegazione che hanno compiuto e rendiamo loro omaggio dal profondo del cuore. L’Italia, attraverso la loro dedizione, ha scritto pagine nobili, belle, che non passeranno. Pagine degne di essere raccontate al mondo”. Citando il discorso della montagna, Petrocchi ricorda quattro beatitudini in particolare: “Beati i miti, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, beati i misericordiosi, beati gli operatori di pace. Gesù dichiara che quanti si impegnano in queste opere evangeliche saranno chiamati figli di Dio”. Poi aggiunge:”Ci tengo a sottolineare che specialmente in questi giorni crocifissi, Dio parla abruzzese! Ho sentito l’eco della sua voce esprimersi in dialetto e con voci commosse, quando dialogavo con gli abitanti delle nostre frazioni, e in modo speciale quando sono andato a trovare le popolazioni stremate dei paesi montani del cratere aquilano”.
Mentre parlano amici e familiari, centinaia e centinaia di persone cingono la chiesa come in un abbraccio. Il sindaco Massimo Cialente ha accolto ufficialmente la richiesta, ideata da due ragazzi e condivisa immediatamente da moltissimi cittadini, di intitolare una Piazza ai caduti di Campo Felice. ” Se intitoleremo loro una piazza, lo faremo perché sia da esempio per i giovani del nostro Paese.”
Un elicottero del 118 ha sorvolato la chiesa, in onore delle vittime: non eroi, ma persone che hanno svolto con dedizione, giorno per giorno, il lavoro in cui credevano.
L’arcivescovo, così come il padre di Davide con il corpo martoriato di suo figlio, ha voluto baciare una ad una le salme. @Diegorenzi